La fase di germinazione è la più delicata di tutto il ciclo vitale della pianta. I semi di canapa per germinare hanno bisogno di tre elementi: acqua, aria e calore. Germinando in natura sottoterra, i semi fanno uscire la prima radichetta al buio in pochi giorni, ad una temperatura compresa tra i 18°C ed i 27°C. Se i nostri semi fossero vecchi potrebbe essere utile prima reidratarli e per farlo basta immergerli per qualche ora in un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente (circa 21°C), tenendoli in un luogo buio.
È importante ricordare che l’aria è un fattore essenziale per questa fase, quindi dobbiamo fare attenzione a non bagnare completamente il substrato in modo da far respirare il seme.
Una volta avvenuta la germinazione, è necessario poi osservare il comportamento dei germogli: se si allungano troppo generando un fusto molto sottile significa che non prendono abbastanza luce. Questo è uno degli errori più classici da evitare: l’allungamento del germoglio porterà al risultato di una pianta spoglia, lunga, debole e con pochissimi fiori. Quando ciò si verifica basta aumentare la luce e aggiungere un po’ di terra per “accorciare” il fusto e dare quindi stabilità alla pianta.
Per quanto riguarda la germinazione vera e propria ci sono diversi metodi e tutti sono parimenti validi. C’è chi usa fazzoletti bagnati per far uscire la radichetta dal seme prima di metterlo a dimora, c’è chi usa i dischetti di torba (jiffy) e c’è chi usa degli appositi starter kit. Il mio consiglio è quello di agire a proprio piacimento, ma qui di seguito provo comunque a ricapitolare le varie tecniche:
La semina a dimora
Il vaso finale riempito di substrato può già essere il luogo perfetto in cui far germinare il vostro seme.
Senza perdervi in grandi acrobazie, è sufficiente praticare un buchetto di mezzo centimetro al centro del terreno, posizionare il seme con la parte appuntita verso il basso, ricoprire di terriccio senza premere e spruzzare un poco di acqua. Mantenendo il terreno umido nella zona del seme, in massimo dieci giorni vedrete spuntare il vostro germoglio.
Se coltivate all’aperto, in questa fase il vaso si può già tenere all’esterno, mentre se coltivate indoor si può già posizionare sotto la lampada che possiamo poi accendere appena il germoglio esce dal terreno.
Alcune accortezze per chi usa questo metodo all’esterno: è bene tenere il vaso al riparo sia dagli animali – uccelli che potrebbero cibarsi del seme o gatti che potrebbero usare il vaso come lettiera – che dalla luce del sole diretta nelle ore più calde e dalle possibili intemperie della stagione.
La tecnica del fazzoletto
I semi si possono far germinare tra tessuti umidi o carta assorbente. Per farlo basta riporre su un piatto un paio di fogli assorbenti tipo Scottex appena inumiditi – non bagnati completamente -, girarli e verificare che sia umido anche il foglio che si trova a contatto col piatto. Qualora non lo fosse dovremo aggiungere ancora una piccola quantità d’acqua. A questo punto si dovranno posizionare sui fogli i semi ben distanziati, che andranno coperti con altri due fogli di carta assorbente inumidita. Dopo aver premuto leggermente per far entrare in contatto la carta umida con i semi, bisognerà coprire con un secondo piatto. In un paio di giorni dovrebbe uscire la radichetta, ma è bene controllare una volta al giorno il livello di umidità all’interno dei piatti ed eventualmente aggiungere acqua. Allo spuntare della radichetta possiamo prendere il germoglio dal guscio del seme, senza toccare la radice, e preferibilmente con una pinzetta precedentemente sterilizzata con un po’ d’alcol, e metterlo a dimora nel substrato a pochi millimetri di profondità, senza premere troppo la terra intorno alla radichetta. Nel giro di qualche giorno vedremo spuntare le prime foglioline.
I cubetti di lana di roccia
Nei negozi specializzati si possono trovare i cosiddetti rockwool. Si tratta di cubetti da 4 cm che vanno immersi in acqua a temperatura ambiente e successivamente strizzati per lasciarli solo inumiditi. Il seme può essere inserito ad una profondità di mezzo centimetro. Quello dei cubetti di roccia è il metodo consigliato per chi vuole lanciarsi in una coltivazione idroponica o aeroponica.
Il metodo dei dischetti
I jiffy sono dischetti di torba o fibra di cocco pressata in una sottile rete biodegradabile. Prima di utilizzarli vanno reidratati in acqua per circa un minuto. A contatto con l’acqua si gonfieranno fino a creare dei piccoli cilindri.
Prima di inserire il seme è importante verificare che la consistenza sia omogenea, perché la parte centrale si ammorbidisce più lentamente. Dopo averli fatti sgocciolare, i dischetti vanno riposti su un piatto e si può quindi procedere a scavare la torba fino a mezzo centimetro di profondità per mettervi a dimora il seme. I dischetti vanno lasciati al buio e mantenuti umidi fino a quando non spunta il germoglio e sarà quindi necessaria la luce. Il germoglio può restare nel jiffy per una decina di giorni, trascorsi i quali l’intero jiffy può essere inserito direttamente nel terriccio. Questo metodo protegge il seme e la radichetta da manomissioni che possono rivelarsi fatali.
VIDEO YOUTUBE – Germinazione: il metodo del fazzoletto
Se a seguito della germinazione si opta per la coltivazione indoor, il germoglio appena spuntato va tenuto sotto una luce artificiale, impostata a 18 ore di luce giornaliera, per circa una settimana. La distanza tra la punta della pianta e la lampada deve essere doppia rispetto alla distanza prevista a seconda del tipo di lampada che si intende utilizzare. Nei primi giorni è fondamentale osservare il comportamento dei germogli per individuare la distanza corretta da mantenere tra piante e fonte luminosa: se i germogli si allungano, la luce non è sufficiente e quindi la lampada va avvicinata, se invece le punte ingialliscono dobbiamo allontanare la lampada alzandola.
Sia in indoor che all’aperto, il substrato del germoglio deve essere sempre mantenuto umido, ma non completamente bagnato. Consideriamo che in questa fase le radichette copriranno solo i primi centimetri centrali di terra, quindi non c’è bisogno di bagnare tutto il terreno. È consigliabile, durante questa fase, utilizzare un nebulizzatore piuttosto che un annaffiatoio o una bottiglia. In questo modo si evita di compattare il substrato.